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LINUX - Una grande risorsa

Il kernel Linux vede la luce nel 1991 grazie al giovane studente finlandese Linus Torvalds che, appassionato di programmazione, era insoddisfatto del sistema operativo Minix (sistema operativo unix-like destinato alla didattica, scritto da Andrew Tanenbaum, professore ordinario di Sistemi di rete all'università di Amsterdam), poiché supportava male la nuova architettura i386 a 32 bit, all'epoca tanto economica e popolare. Così Linus decise di creare un kernel unix con lo scopo di divertirsi e studiare il funzionamento del suo nuovo computer, che era appunto un 80386.

(fonte Wikypedia).

 

E' oggi una realtà sia in campo professionale delle piccole e medie industrie, nonchè per utilizzo personale grazie anche alla sua interfaccia grafica che ne facilita l'utilizzo anche utenti poco esperti.

 

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L'insallazione dei pacchetti software. (continua...) Il metodo Sorgente

Ogni pacchetto software viene reso disponibile nella sua versione sorgente per cui ne è possibile la compilazione su qualsiasi distribuzione Linux con l'unico prerequisito che è quello di avere gia intallate e presenti le librerie (raccolte di funzioni condivise) ed il compilatore necessario per rendere eseguibile il sorgente.

Le librerie sono parti essenziali per il funzionamento dei software in quanto rendono disponibili al software delle "chiamate" standard ed indipendenti dall'hardware e dalla distribuzione Linux utilizzata. Per chi conosce solo l'ambiente Windows, stiamo parlando delle DLL (Dynamic-link library) che in ambiente Linux si chiamano LIB. L'esempio di libreria potrebbe essere quella della necessità del software di poter accedere ad un disco USB. Al posto che scrivere dentro ai programmi tutte le volte il codice che mi consente di fare l'accesso alle periferiche USB, scrivo una sola volta il codice in un programma esterno una volta sola e ogni volta che ne ho bisogno, faccio una "chiamata" a questo programma esternoche mi garantisce le stesse funzionalità che il codice integrato direttament edentro il software mi può dare. La gestione quindi di alcune funzonalità viene fatta in modo centralizzato, ne rende molto flessibile l'utilizzo. In questo modo le modifiche che dovessero essere fatte per la libreria, sono didponibili immediatamente per tutti quei software che la utilizzano senza dover in alcun modo intervenire sui programmi compilati e installati.

Il processo di compilazione fa si che il compilatore trmite un suo processo inteno di linking, renda eseguibile il codice sorgente sulla piattaforma hardware e software sulla quale viene compilato.

In Linux la procedura è abbastanza semplice (per gli addetti ai lavori) e per qualche pacchetto, quantomai laboriosa. Dal sito del software che si vuole installare, occorre partire dalla ricerca delle librerie necessarie per poter compilare il pacchetto e procedere poi alla loro singola installazione. Non di rado occorre fare l'installazione delle librerie andando a controllare i prerequisiti necessari alla loro installazione. Assunto il fatto che ho messo a disposizione del compilatore tutte le librerie necessarie per il suo processo, occorre "istruire" lo stesso su dove trovarle, che versione usare ecc. ecc.

Questo processo è eseguito generalmente da uno script messo a disposizione dal team di sviluppo del software, il quale provvede a generare un file di configurazione che sarà poi letto dal compilatore. Solitamente lo script da eseguire si chiama eseguendo nel direttorio dove esistono i sorgenti, il comando ./configure

Quando il processo di configurazione del file di parametri per il compilatore è andato a bun fine, è necessario invocare il compilatore per poter generare il pacchetto di installazione. Il comando make provvede a passare al compilatore GCC suddetto file di configurazione, il quale provvede a "compilare" il codice prodotto e a "linkare" ossia mettere i riferimenti alle librerie si sistema esterne al software che sono state utilizzate.

Una volta compilato il pacchetto con quanto necessario, è possibile intallarlo nel sistema con il comando make install. Esistono poi varianti sul tema make, a seconda del tipo di pacchetto che si va ad installare.

L'insallazione dei pacchetti software. Il metodo gestore di pacchetti

La versione "compilatore" è indispensabile per gli addetti ai lavori e agli appassionati del sistema Linux. Per la gente comune che non ha grosse conoscenze del sistema, viene messo generalmente a disposizione anche un pacchetto autoinstallante che provvede a fare tuttoil lavoro che abbiamo detto nel precedente paragrafo. qualora non siano stati predisposti..... l'unica soluzione è quella tradizionale della compilazione dei sorgenti.

L'alter ego in ambiente Windows è il tipico programma setup.exe oppure install.msi

I principalli formati disponibili per l'installazione dei pacchetti sono:

- Estensione src compattati e compressi con l'utility tar e gzip per cui potrete trovare i pacchetti con il nome xx.tar.gz il che significa che all'interno troverete i sorgenti, compattato con tar e compressi con gzip

- Estensione deb. Per tutte quelle distribuzioni che derivano dal forking DEBIAN

- Estensione rpm. Per tutte quelle distribuzioni che derivano dal forking REDHAT

In ogni caso esitono dei gestori di installazione dei pacchetti che sono integrati nella distribuzione adottata. I principali sono:

- RPM

- YUM

- YaST

- dpkg

La configurazione dei pacchetti

L'installazione necessita poi di una configurazione delle funzionalità del software e se debba essere automaticamente eseguita all'avvio del sistema come servizio. Generalmente i software Linux sono dotati di uno o più file di configurazione che hanno estensione .conf, entro i quali è possibile, su un comune file ASCII in chiaro, definire le funzionalità del softwaare. Alcuni hanno anche interfaccia di configurazione grafica che provvedono aconpilare i file .conf. A differenza di Windows, è possibile intervenire in modo preciso e conmpredere cosa i parametri di configurazione fanno.

 


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